Biografia

Montevago, all’anagrafe Giovanni Carmelo Sciuto (Catania, 31 luglio 1929- Milano, 19 febbraio 2014) è stato un pittore italiano dallo stile compositivo e cromatico felice, valente astrattista/espressionista innovatore, la sua tecnica artistica ha dato vita ad una scuola pittorica denominata omologamente “Montevaghismo“.

Montevago ha esposto le sue opere in tutta Italia e all’estero, in particolare in Francia dove ha soggiornato per parecchi anni.
Il pittore ha ottenuto numerose onorificenze e riconoscimenti privati e pubblici tra cui, nel 1975, l’Ambrogino d’oro del comune di Milano per meriti artistici.

Montevago nasce a Catania il 31 luglio 1929 e viene registrato all’anagrafe tre giorni dopo, il 3 agosto, con il nome di Giovanni Carmelo.
La sua è una famiglia notabile della borghesia catanese, figlio di Giuseppe, titolare di una fabbrica di fusti di legno e di Elvira Maravigna modista, è l’ultimo di tre fratelli.

Influenzato dall’attività del padre “maestro bottaio”, comincia fin da bambino a costruire e a modellare il legno di scarto dell’azienda del padre creando piccole sculture dipinte a mano.

Il talento artistico del giovane Montevago è notato dal pittore e scultore catanese Sebastiano Milluzzo, al tempo professore di disegno e fondatore della Galleria Sicilia Arte (una delle prime gallerie d’arte catanesi).
Nell’immediato dopoguerra Milluzzo coinvolge Montevago in esposizioni collettive e in svariati centri culturali protrattesi fino a tutti gli anni ’50.
Contemporaneamente al talento pittorico Montevago sviluppa interesse verso l’avanspettacolo recitando con lo pseudonimo di Nico Vanni.
Recita soventemente nella compagnia teatrale di Tury Ferro, ha modo di frequentare e collaborare con popolari attori siciliani come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia , stringe amicizia con il presentatore Pippo Baudo.
In quel periodo Montevago scrive sceneggiature teatrali tragi-comiche che in seguito verranno pubblicate.

L’estro di Montevago verso l’arte pittorica ha una svolta decisiva quando, dopo il servizio militare, viene assunto come rappresentante da una famosa marca di colori; l’artista cambia stile utilizzando vernici e smalti. Questo suo interesse per i colori sintetici, lo porterà, nel 1957, a passare dall’arte figurativa all’astrattismo/espressionismo; nel frattempo, trasferitosi a Roma, comincia a frequentare gallerie d’arte e gli artisti della neonata corrente informale.

A Roma Montevago sperimenta svariate tecniche di “dripping” fino a crearne una del tutto personale che lo contraddistinguerà per tutta la sua carriera detta “Scuola del Montevaghismo“.

Nell’estate del 1961, mentre si trova in vacanza sulla riviera romagnola, espone per la prima volta le sue opere, realizzate con la nuova tecnica che ha ideato, presso l’hotel la Toraccia di Rimini e l’hotel Esperia di Riccione.

Le esposizioni poi continueranno a Catania, ma nel 1964 con il trasferimento a Bologna ordinato dalla società di colori per cui lavorava, Montevago espone la prima mostra personale alla Galleria della Bottega, presentato dall’entusiasta critico d’arte Giorgio Giordani.

In quel periodo Montevago fa la spola tra Bologna e Roma ed espone i propri lavori alla Galleria Il Porto, ha modo di frequentare e consolidare le vecchie amicizie artistiche “romane” Turcato, Guidi, Perrone, Monachesi, Vangelli, ed a Bologna Borgonzoni, stringe una forte amicizia a latina con l’artista e professore Giovanni Di Lucia.

Il lustro tra il 1965 ed il 1970 è uno dei periodi più prolifici dell’artista: infatti, vengono organizzate numerose mostre personali anche in contemporanea e in diverse città di conseguenza aumenta in modo esponenziale la produzione di opere, in aggiunta allo smalto e alle vernici Montevago sperimenta altre tecniche utilizzando vernici spray, pennarelli, pastelli e gessi, prevalentemente su carta e cartone che raffigurano volti stilizzati ed eterei, figure talvolta singole a volte in gruppo che il pittore realizza in pochi secondi con una tecnica del tutto personale.

Nel 1970 Montevago apre uno studio a Milano, allora capitale dell’arte, dove tra la nascente arte cinetica e poesia visiva si distingue per l’innovazione della pittura astratto/espressionistica e dell’action painting donandone nuovo lustro, espone alla Galleria Il Vertice, accende l’interesse di appassionati, critici e di galleristi come Alberto Schubert, Mario Monteverdi e la galleria Ponte Rosso che a Montevago dedicano mostre e monografie.

Alcune delle sue opere vengono scelte per le copertine dei famosi romanzi di fantascienza Urania e Cosmo.
Molte delle sue opere fanno da sfondo scenografico a numerose scene di film della commedia all’italiana a dimostrazione della popolarità e del riconoscimento dell’artista.

Negli anni la popolarità di Montevago aumenta e nel 1977 viene chiamato a Nizza dove apre uno studio al 19 di Boulevard Carabacel, vicinissimo al museo d’arte moderna e contemporanea cittadino, dove inizia la produzione delle opere cosiddette francesi.
Questo periodo tra Italia e Francia dura circa 15 anni, durante i quali, Montevago espone in numerose gallerie a Nizza; l’hotel Medirien espone le opere di Montevago stabilmente per anni poi a Biarriz, a Parigi alla Galerie Régine Lussan, al Museo di Nancy e al Club des Artistes e in altre località francesi raggiungendo ottimi successi, notorietà e importanti riconoscimenti.

Negli anni ’90 a Montevago viene diagnosticata una forma di malattia detta “piccolo male”, questo condizionerà per diversi anni i suoi spostamenti, resi pericolosi dalle temporanee manifestazioni tipiche del disturbo, ma non fermerà invece le sue capacità artistiche e la realizzazione di grandi opere che continueranno fino alla sua scomparsa; diminuiranno invece le esposizioni e le mostre causate dalle condizioni di salute, ma soprattutto, per un voluto allontanamento dal mercato ufficiale artistico causato da una forma di contestazione verso l’ambiente che per Montevago era divenuto troppo clientelare e corrotto.

Nel 2009 Montevago viene colpito da ictus, nonostante la poca mobilità continua a realizzare opere, prevalentemente su carta, utilizzando il braccio sinistro.
Montevago si è spento a Milano il 19 febbraio 2014 ed è sepolto al cimitero maggiore.

Le sue opere sono esposte in numerose collezioni sia pubbliche che private, tra cui la mostra permanente dal titolo “La Sicilia.Le dimensioni della parola. Il piacere della civiltà” presso Villa San Carlo Borromeo a Senago, in cui sono esposti molti lavori del biennio 1999-2000.

Le opere di Montevago sono custodite dai figli Elvira e Giuseppe Sciuto i quali si sono fatti carico di organizzare e curare mostre, eventi e manifestazioni, di esaminare, studiare, autenticare e documentare le opere del loro illustre papà. La loro azione prosegue nel raccogliere, catalogare e archiviare tutta la documentazione relativa all’intero spettro produttivo che ha caratterizzato l’Artista Montevago, promuovendo iniziative rivolte alla divulgazione, valorizzazione, celebrazione della sua persona e a tutelare la figura del padre Artista e difendere il suo patrimonio operistico dalle contraffazioni, dagli illeciti e dagli abusi.